Sin dall’antichità la murena Murena helena è sempre stata vista, per il suo aspetto minaccioso, come un pesce pericoloso e sanguinario tanto che, nell’Antica Roma, si pensava che gli schiavi venissero gettati in acque infestate di questi pesci per essere giustiziati. La murena è ampiamente diffusa nel Mar Mediterraneo, con l’eccezione del settore settentrionale del Mar Adriatico. Amante di ambienti poco illuminati, popola generalmente fondali scogliosi o corallini ricchi di cavità, canaloni e spaccature compresi tra i 10 e i 50 metri di profondità, dove può facilmente nascondersi. Tuttavia, non disdegna la roccia nuda, le praterie di posidonia e i deserti fangosi detritici, purché vi possa trovare riparo.
Ha un corpo anguilliforme che ricorda quello del serpente, compresso ai lati e a sezione ovale e la pinna dorsale, quella caudale e quella anale sono unite tra loro in un’unica pinna mediana continua che si estende lungo tutto il corpo dell’animale. La bocca, priva di lingua, presenta mascelle sottili ma potenti che si estendono oltre gli occhi ed è particolarmente ampia e ricca di denti lunghi, caniniformi e acuminati rivolti all’indietro. La pelle è viscida, ricoperta di muco e priva di scaglie visibili. Il colore di fondo di questo pesce è bruno scuro, cosparso di macchie giallastre di numero, forma e dimensioni variabili. Raggiunge anche il metro e mezzo di lunghezza e il peso di quindici chilogrammi, anche se è raro osservare esemplari che superino il metro.
È un pesce generalmente solitario, anche se lo si può trovare in compagnia di un folto gruppo di suoi simili: in questo caso la tribù si impossessa di uno scoglio e ogni membro si divide dall’altro in un territorio ben preciso del masso, restando sempre poco distante dai propri conspecifici. Attacca solo se stuzzicata, altrimenti cerca il disimpegno, allontanandosi da un’ipotetica minaccia come l’essere umano. La murena è anche particolarmente territoriale e tende a sferrare attacchi rilasciando delle tossine emolitiche di natura proteica che vengono introdotte nel circolo sanguigno. È un cacciatore notturno e le sue prede sono essenzialmente pesci, crostacei e cefalopodi che cattura serpeggiando tra gli scogli con il suo olfatto molto sviluppato e che riesce ad ingerire e digerire grazie ad una gola estensibile e ad un grande stomaco. Le sue carni sono prelibate anche se ricche di lische e, per questo motivo, è soggetta alla pesca con nasse e palamiti. Inoltre, quando abbocca, spesso trancia il terminale coi denti. A causa delle tossine che rilascia mordendo, è calorosamente sconsigliato mangiare carne di murena cruda, soprattutto quando è presente la testa: addirittura alcune specie di murene tropicali possono causare avvelenamenti da ciguatera!
La murena vive anche in simbiosi con un piccolo gamberetto rosso e arancio a strie bianche di 5-6 cm di lunghezza (Lysmata seticaudata) ed entrambi gli organismi traggono vantaggio dalla reciproca convivenza. Questo piccolo crostaceo vive nelle tane dei pesci carnivori dove svolge il ruolo di “pulitore” dei denti della murena, venendo ben tollerato da quest’ultima. In particolare, questo crostaceo asporta i rimasugli di cibo rimasti tra i denti del pesce e, grazie a questo comportamento, riesce ad alimentarsi ma anche a ripararsi nella tana della murena dove ottiene protezione da eventuali predatori.