Come potremmo chiamare “verme” il fiore del Mare? Sembra sicuramente un’eresia… eppure gli Anellidi, il “gruppo” cui appartiene Serpula vermicularis, sono dei vermi che devono il loro nome alla presenza di tanti piccoli anellini tutti uguali tra loro lungo tutto il corpo, l’uno attaccato all’altro e in sequenza, un po’ come se fossero delle molle! È difficile riuscire a sfiorare o a osservare da vicino una serpula poiché, al semplice tatto, essa si ritira all’interno del suo tubicino calcareo, sparendo all’improvviso. Tuttavia, avvicinandosi a distanza di pochi centimetri, si può facilmente osservare la presenza, in tutti gli Anellidi, di setole chitinose su ogni segmento atte al moto, eccezion fatta per il primo e l’ultimo che possiedono tentacoli, cirri o papille per le altre funzioni vitali. All’interno di questo gruppo vi sono, in seguito, i Policheti (“gli animaletti dai lunghi capelli”), organismi spesso molto pittoreschi per i colori raggianti e per le forme a ventaglio o a chioma che alcuni di essi assumono. Riescono a vivere ovunque: sotto le rocce, nelle fessure tra i coralli, in conchiglie abbandonate, nel fango, nella sabbia, occupano i tubi o i rifugi di altri animali e così via. È comune quando raccogliamo un pezzo legno in mare, infatti, osservare sulla sua superficie decine e decine di questi tubicini bianchi incrostati. Insomma, sono dei veri e propri pionieri dei fondali marini! I policheti si suddividono ulteriormente in erranti, organismi liberi e capaci di muoversi sul fondale e in policheti sedentari, i più pigri! All’interno di questi ultimi rientra Serpula vermicularis, il polichete più amato e ricercato dai subacquei per la sua bellezza che ricorda o quella di un fiore di campo per i suoi colori giallo-rossicci o quella di un sole raggiante per la sua maestosità: basti pensare che alcune serpule raggiungono dimensioni notevoli paragonabili a quelle di una nostra mano, con una lunghezza del tubo anche di 7 centimetri e un diametro dell’apertura branchiale di 5 centimetri! È distribuita nel Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico Orientale, fino al Mare del Nord, da pochi metri fino a 1800 metri. La serpula, tuttavia, essendo sedentaria, necessita un rifugio dentro il quale ritirarsi per difesa anche quando noi subacquei accidentalmente la sfioriamo! Non a caso è un animale molto difficile da fotografare perché molto sensibile al tatto! La “tana” dentro la quale vive è un tubicino calcareo secreto dall’organismo stesso, dal quale l’animale estroflette la corona di tentacoli allo scopo di nutrirsi. Il cibo è attirato da queste braccia piumate molto colorate (o radioli) grazie all’azione di tante piccole ciglia. Una volta catturato, l’alimento è intrappolato nel muco e trasportato alla bocca mediante scanalature presenti sui tentacoli! Pensate quanto possano essere intelligenti: solo le particelle più minute vengono mangiate, quelle più grossolane vengono invece accumulate in un sacco e utilizzate per l’ingrandimento del tubo calcareo! Nel momento in cui la serpula si ritira all’interno del suo tubicino, l’apertura verso l’esterno viene chiusa da un opercolo rossiccio e striato di bianco a scopi puramente difensivi!