In pochi conoscono la foca leopardo o idrurga Hydrurga leptonyx, perché pochi hanno avuto il piacere di visitare l’Antartide, uno dei pochissimi luoghi dove è possibile immortalarla. Questo temibile mammifero, goffo e innocuo all’apparenza, è invece un agile predatore dal corpo slanciato e muscoloso che nuota silenzioso tra gli iceberg e le calotte di ghiaccio del Polo Sud, in cerca delle sue principali prede: pinguini, altre foche, pesci e krill. I suoi denti frontali, infatti, sono affilati, adatti per essere affondati nella carne delle sue prede, mentre i molari hanno una forma adatta a filtrare il krill. I pinguini sono le prede preferite della foca leopardo: quest’ultima si nasconde sotto alle lastre di ghiaccio e, una volta catturato l’uccello, lo sbatte ripetutamente e violentemente in acqua, sbranandolo un pezzo alla volta. L’idrurga, oltre ad avere un olfatto e una vista incredibili, può raggiungere i 4 metri di lunghezza e i 5 quintali di peso e, per dimensioni, è la seconda foca più grande dell’Antartide dopo l’elefante marino del sud (Mirounga leonina). Solitamente le femmine sono più grandi dei maschi, i quali possono raggiungere un peso di 320-330 kg. Il nome comune di questo animale deriva dalla presenza di macchie scure sul ventre che ricordano un leopardo, mentre dorsalmente hanno un colore grigio scuro. La foca leopardo passa la maggior parte del tempo in acqua e, nei mesi estivi australi, riposa lungo le distese di ghiaccio dell’Antartide, mentre in inverno si sposta più a settentrione, arrivando anche fino alle coste meridionali del Sud America, dell’Australia e della Nuova Zelanda.
È un animale solitario, contrariamente alla maggior parte degli altri pinnipedi che sono per lo più gregari, mantenendo così le abitudini dei suoi antenati e dei carnivori terrestri. In realtà, uno dei pochi momenti in cui la foca leopardo si aggrega è per dare alla luce i propri piccoli: dopo un periodo di gestazione pari a quello delle donne, ovvero nove mesi, all’inizio dell’estate antartica intorno a novembre, le femmine si riuniscono per partorire. Le madri cresceranno da sole i propri piccoli, mentre i maschi torneranno nelle loro tane quando questi ultimi diventeranno indipendenti. Gli unici predatori di questo mammifero, oltre all’essere umano che lo caccia per il grasso e la pelle, sono le orche. Generalmente non mostra aggressività verso l’uomo e non attacca senza essere provocato: ad oggi è stato documentato un solo attacco alla biologa ventottenne Kirsty Brown che, nel 2003, ha perso la vita. Le foche leopardo, insieme all’elefante africano, sono considerate tra le specie più intelligenti del regno animale: durante un incontro ravvicinato con il fotografo e biologo del National Geographic Paul Nicklen, la foca lo ha scambiato per un suo simile e, dopo aver catturato un pinguino, ha cercato di sfamare il fotografo lanciandogli pezzi di preda contro la telecamera!