CARATTERISTICHE SUL COCCODRILLO MARINO
Il coccodrillo marino Crocodylus porosus è il più grande rettile esistente. Il suo morso è il più potente registrato in natura, con una pressione di oltre 1000 Kg/cm2, 15 volte più potente di quella di uno squalo bianco e pari a quella del tirannosauro. I maschi possono raggiungere anche i 6-7 metri di lunghezza e i 1200 kg di peso. È una specie ben adattata alle acque salate: la sua pelle ha squame più sottili e regolari degli altri coccodrilli e, sulla lingua, presenta 28-40 ghiandole del sale che si aprono sulla superficie mediante dei pori, per smaltire efficacemente l’eccesso di sali ingeriti attraverso l’acqua e il cibo. Gli adulti predano bufali, cinghiali, squali, altri mammiferi e, purtroppo, anche l’essere umano. Il coccodrillo marino depone le uova in nidi adiacenti alle aree di acqua dolce durante la stagione delle piogge, i quali però vengono spesso sommersi dalle alluvioni, causando la morte degli embrioni. Se il nido, invece, è a rischio siccità, viene bagnato dalla femmina con dell’acqua raccolta da un’adiacente pozza costruita allo scopo. Il sesso dei nascituri, infine, è determinato dalla temperatura del nido. Crocodylus porosus è distribuito nella regione australo-asiatica anche se è sempre più raro incontrarlo, soprattutto dopo la caccia intensiva degli inizi del ‘900; tuttavia, è ancora comune in Papua Nuova Guinea e nel Nord dell’Australia.
CURIOSITÀ SUL COCCODRILLO MARINO
L’adattamento alle acque salate porta il coccodrillo marino a competere con altri grossi predatori, tra cui il grande squalo bianco: nel 1939, fu documentato lo scontro tra uno squalo bianco e un coccodrillo marino nel Nord dell’Australia che si concluse con la vittoria schiacciante del rettile; in un’altra occasione, nel 2017, squali tigre e coccodrilli marini furono visti cibarsi insieme di una carcassa di balena. Questo porta a concludere che Crocodylus porosus sia una specie territoriale ma, in presenza di grosse fonti di cibo, riesce a tollerare altri competitori. Tuttavia, sono stati documentati scontri anche lungo i fiumi con le tigri: sulla terraferma la tigre ha la meglio, riuscendo a sfruttare la sua agilità per uccidere il rettile; quando, però, la tigre si avvicina alle pozze d’acqua per abbeverarsi, il coccodrillo riesce a sopraffarla trascinandola dentro l’acqua e uccidendola. Non sono mancati scontri anche con gli esseri umani: nel febbraio del 1945, durante la seconda guerra mondiale, un convoglio giapponese per sfuggire alle truppe inglesi si rifugiò nelle aree paludose dell’isola di Ramree in Birmania, senza essere a conoscenza della presenza di una vasta colonia di coccodrilli marini. Di 1000 soldati ne sopravvissero solo una ventina, poiché la maggior parte dei militari venne divorata da questi famelici rettili. Infine, il coccodrillo marino è anche uno dei protagonisti dei racconti su “Peter Pan”, nonché il nemico per eccellenza del famigerato Capitan Uncino, a cui ha divorato la mano.