Siamo 19 studiosi, 19 appassionati di squali pronti alla tredicesima spedizione scientifica in Sud Africa sullo studio del grande squalo bianco organizzata annualmente dal Centro Studi Squali di Massa Marittima. Ci siamo dati appuntamento, come al solito, alle 13.00 di sabato 13 maggio 2016 all’aeroporto di Roma Fiumicino. Sono stata tra i primi ad arrivare e ho subito riconosciuto dalle felpe i miei colleghi di viaggio; obiettivamente eravamo tutti molto emozionati di visitare, chi anche per la prima volta, il Sud Africa, un paese non solo ricco di cultura, di profumi magici e di panorami mozzafiato, ma soprattutto ricco di fauna selvatica. Dopo la ricorrente foto che facciamo ogni anno sotto all’Uomo Vitruviano del terminal 3 di Fiumicino, ecco che saliamo sull’aereo pronti al decollo. Solo 14 ore di volo ci attendono per atterrare a Cape Town, con breve scalo a Doha. Appena arriviamo osservo attentamente le facce entusiaste dei miei amici, vogliose di guardare con occhi propri quella magia che li attende all’esterno dell’aeroporto. Ci siamo, siamo in Sud Africa, noleggiamo due pulmini e ci dirigiamo subito alla volta di Gansbaai, la patria del grande squalo bianco. Dopo due ore di viaggio attraverso le lussureggianti colline e il “bushland” africano, lasciandoci alle spalle le strepitose Table Mountains, approdiamo al Saxon Lodge, un B&B gestito da una coppia di coniugi sud africani adorabili, Karon e Dave. In seguito ad una calda accoglienza accompagnata dai sandwich di Karon e dal succo ai frutti rossi, posiamo le valigie in camera e subito stabiliamo insieme ai professori il da farsi. Non è stato facile per gli insegnanti Primo Micarelli, Emilio Sperone e Sandro Tripepi organizzare ben 16 ragazzi, compresi noi dello staff. Un gruppo davvero affiatato: chi si è occupato delle prede da utilizzare in barca per attirare gli squali, chi delle analisi chimico fisiche, chi della foto-identificazione delle pinne dorsali degli squali, chi della raccolta dati sul comportamento predatorio di questo pesce. L’indomani, dopo una breve conferenza del Professor Sperone sulle norme da adottare per le nostre ricerche, ci imbarchiamo con la Marine Dynamics alla volta delle “Shallow water”, lungo costa. Il primo giorno non ci ha regalato grandi soddisfazioni ma sicuramente le nostre esche hanno attirato molte pastinache locali che ci hanno incuriosito parecchio. Lunedì mattina, il secondo giorno, abbiamo fatto visita all’ospedale dei pinguini del Capo: alcuni erano stati feriti dalle otarie che spesso mordono la pancia a questi teneri uccelli per impossessarsi del pesce contenuto nei loro stomaci, altri invece avevano tipi di ingiurie diverse. Trascorriamo anche il pomeriggio della seconda giornata in barca, questa volta nella riserva di Dyer Island. Ed ecco che arrivano le prime vere soddisfazioni: gli squali iniziano a saltare, a esibire i loro comportamenti e le strategie di attacco!!! Siamo tutti emozionati e pronti con le mute ad immergerci in gabbia per osservarli! Chi ha go pro in testa, chi le attacca alla battagliola della barca, chi ai bastoni dei selfie! Insomma, un vero e proprio fremere di qua e di là con macchinette, videocamere e telefoni nella mano. Tutto va alla grande! In serata, per noi dello staff, arriva anche la notizia che dovremo partecipare al “Breach” del grande squalo bianco l’indomani mattina, martedì, con sveglia alle 5! Era dal 2007 che non vedevo gli squali saltare fuori dall’acqua e soprattutto all’alba!!! Dopo soli 22 minuti di attesa ecco che un esemplare decide di regalarci e di farci immortalare questo momento unico. Un gran salto fuori dall’acqua con la nostra otaria finta al traino in bocca e subito dopo un altro salto ancora al lato della barca con un’otaria vera stavolta!!! Non sappiamo più dove guardare per l’emozione! Ma non è finita qui: dopo questa uscita mattutina è in serbo per noi un’immersione e lo snorkeling a De Kelders, una spiaggia dalla quale si entra in acqua da riva e dove si possono osservare dentro al Kelp squali del genere Poroderma e Haploblepharus, piccolini ma davvero socievoli con l’essere umano. Il pomeriggio nuovamente ci dirigiamo in barca e non mancano le solite sorprese. Squali che saltano, girano attorno alle prede ed esibiscono comportamenti diversi, a seconda del sesso e della maturità. Mercoledì, invece, decidiamo di dirigerci di mattina a studiare gli squali e di passare il pomeriggio alla spiaggia di Struisbaai a osservare le pastinache. Oltre ad averne avvicinate un paio, curiose dalle sardine che usavamo come esca per attirarle, abbiamo potuto assistere ad un panorama costiero mozzafiato, dove il connubio cielo-terra sembrava un vero e proprio quadro di prestigio, disegnato dagli artisti migliori! E come non concludere la giornata di Mercoledì a Cape Agulhas? Decidiamo dunque di dirigerci nel punto più meridionale di tutta l’Africa, oltre il quale c’è solo l’Antartide; un faro e un monumento in pietra segnano il punto di incontro dei due Oceani, l’Atlantico e l’Indiano e delle due correnti, quella del Benguela e quella di Agulhas, un posto davvero unico. Giovedì, a causa del maltempo, abbiamo dovuto sospendere le nostre attività di ricerca sul bianco e abbiamo visitato Cape Town, così colorata e piena di vita!!! Dopo un gustoso Fish and Chips al porto e del buon sano shopping, arriva la sorpresa più attesa: la visita alla riserva dei ghepardi, felini davvero teneri e amabili con l’uomo. Come potrete immaginare non sono mancate foto con i “gattoni” del posto, che spettacolo! In ultimo il Professor Sperone non ci ha fatto mancare un buon piatto di pasta con mollica di pane e alici al nostro ritorno, tipico della tradizione italiana. Arriviamo purtroppo a Venerdì, tristi per l’indomani che già dobbiamo tornare in Italia. Tuttavia ci aspetta una bella sorpresa, la visita alla Walker Bay dove sono presenti grotte ospitate in passato da ominidi. Ci sentiamo così non solo immersi nella natura ma anche nella storia di questo paese! E per concludere il viaggio, dopo il solito giro in barca alla ricerca dei bianchi, ci dedichiamo alla brace a bordo di un battello sul fiume Klein. Posso solo far immaginare il tramonto sud africano come ci ha porto il suo saluto, con quali colori e quali profumi. Sabato 22 maggio, purtroppo, si è conclusa la nostra spedizione: eravamo tristi, affranti di ritornare alla civiltà italiana e abbandonare un paese così magico e rilassante, il Sud Africa.