I relitti, con la loro aura misteriosa e tenebrosa, hanno sempre suscitato un certo fascino per i subacquei. È curioso investigare tra i rottami o nelle loro stive in cerca di oggetti che possano, in qualche modo, raccontarci la loro storia e il “perché” riposino nelle profondità oceaniche. I relitti sono vere e proprie testimonianze del passato che, nel tempo, hanno ispirato molti registi del cinema a costruire su di essi documentari o film che ripercorressero i motivi drammatici del loro affondamento. Una delle navi annualmente più visitate dai subacquei è il Thistlegorm, un mercantile britannico affondato il 6 ottobre del 1941 nel Golfo di Suez, Mar Rosso, nei pressi della barriera corallina di Sha’ab Alì. Entrati in acqua, è impressionante poterla scorgere a 30 metri di profondità già dalla superficie, ancora completamente intatta (esclusa la zona poppiera), data la sua lunghezza di 126 metri e la sua larghezza di 18!
Ma vorrei raccontarvi la storia del Thistlegorm, attrazione obbligatoria per tutti i subacquei che si recano a Sharm el Sheik almeno una volta nella vita.
Durante la seconda guerra mondiale era indispensabile per l’esercito inglese, impegnato sul fronte nordafricano, mantenere le linee di rifornimento aperte. Tuttavia le forze dell’Asse avrebbero avuto la meglio sui convogli alleati se, questi ultimi, avessero provato a raggiungere il quartier generale inglese di Alessandria d’Egitto attraverso il Mar Mediterraneo. Si optò per la rotta atlantica e, nel 1941, un grande convoglio lasciò l’Inghilterra alla volta di Città del Capo pronto a solcare, in seguito, le acque del mar Rosso alla volta del Mediterraneo. Dopo il primo scalo in Sud Africa il convoglio si fermò nei pressi della barriera corallina di Sha’ab Alì, dove vennero effettuate le operazioni di sminamento nel Canale di Suez ad opera della Royal Navy. Nella notte tra il 5 e il 6 ottobre del 1941, i bombardieri tedeschi del 27° Kampfgheschwader “Lowe”, decollati da Creta, attaccarono il convoglio, sganciando sul Thistlegorm una sola bomba sulla stiva 4, dove erano immagazzinati esplosivi, munizioni per obici da campo, fucili e stivali di gomma. L’esplosione delle munizioni fece dividere in due tronconi la nave che si inabissò rapidamente causando 9 vittime. La sera seguente il convoglio fu attaccato nuovamente ma l’unica nave che l’esercito inglese perse fu proprio il Thistlegorm. Agli inizi degli anni Cinquanta J-Y. Cousteau ne scoprì l’ubicazione senza divulgarla. Solo nel 1996, grazie alla rivelazione di una guida israeliana, il relitto divenne una meta ambita da migliaia di subacquei.
Ancora oggi è possibile fare due tipi di immersioni. La prima, esterna alla nave, dove si effettua il giro dello scafo per vedere la grande elica a 33 metri di profondità, la poppa devastata dall’esplosione, armata con due pezzi antiaereo, cavi, scatole di munizioni obici da 105 mm e due carri armati leggeri BREN Carrier Mark III e, infine, la prua dove, passando dalla cabina del capitano, si raggiungono i due vagoni ferroviari, le due dragamine sul ponte e il grande argano dell’ancora. La seconda immersione consente di penetrare nelle due stive a prua del relitto occupate da una grande quantità di automobili Morris, due Rolls-Royce blindate, autocarri Bedford, motociclette, generatori da campo, ricambi per aerei, brande, casse di fucili Lee-Enfield MK III e stivali di gomma.
Ad oggi il relitto è in stato di deterioramento a causa delle bolle dei subacquei che, intrappolandosi all’interno delle stive, corrodono seriamente le strutture portanti. Il governo egiziano sembra intenzionato a prendere rapidi provvedimenti facendo chiudere, in un prossimo futuro, il sito di immersione per un determinato periodo, permettendo così la stabilizzazione del medesimo.
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