“Dramma, pauroso incidente, arti amputati…” sono solo alcuni dei termini forti che si leggono nelle testate giornalistiche che hanno riportato l’attacco di uno squalo ad un dodicenne nelle acque di Sharm el Sheikh, Mar Rosso. Il fattaccio è accaduto il 25 ottobre 2020: un ragazzo ucraino, in immersione (o snorkeling?) con la madre e la guida nel Parco Nazionale di Ras Mohammed viene attaccato da uno squalo longimano Carcharhinus longimanus di 2 metri, il quale ha causato la perdita di un arto superiore del ragazzo, la perdita di una parte di gamba della guida e lievi ferite alla madre. Il Parco di Ras Mohammed è stato chiuso al turismo, nonostante gli attacchi nella regione costiera egiziana del Mar Rosso siano stati sempre molto rari: dobbiamo infatti risalire al 2010 quando uno squalo uccise un turista europeo a Sharm e al 2018 quando venne attaccato un turista ceco a Marsa Alam.
Dobbiamo osservare che le testate giornalistiche sono spesso quantomeno eccessive!
In copertina vengono raffigurati squali che non hanno nulla che vedere con l’accaduto e sono solitamente squali bianchi in quanto noti come “mangiatori di uomini”, squali toro per i loro denti aguzzi e ben visibili e gli innocui squali balena raffigurati solo per le loro grandi dimensioni. Gli attacchi di squalo possono verificarsi, così come può accadere di farsi male o di restare sommersi da una valanga se si va a fare un’escursione in alta montagna: il mare è la loro casa, non dimentichiamolo mai!
Dobbiamo pensare che ogni anno, in media, 45 persone muoiono per l’esplosione di un tostapane, 200 per l’attraversamento stradale di un cervo, 450 perché cadono dal letto e 24.000 perché colpite da un fulmine; allo stesso tempo, mediamente, 8-10 persone all’anno perdono la vita a causa di un attacco di squalo.
È doveroso ricordare che l’incremento a dismisura del turismo di massa a Sharm negli ultimi 10 anni ha portato ad un aumento di subacquei e di relative richieste di intrattenimento: questo atteggiamento pretenzioso può trasformarsi in tragedia se la guida subacquea scende con pastura e oggetti vari per attirare gli squali. Non dimentichiamo infine che il longimano, che raramente si fa intimidire da un subacqueo, è annoverato tra le specie potenzialmente pericolose per l’uomo per la sua indole aggressiva e la sua forte curiosità: evitiamo di attirarlo con oggetti e non alimentiamolo modificando le sue abitudini e, di conseguenza, la sua dieta.